La rete di distribuzione dei carburanti in Italia La crescita degli indipendenti

La rete di distribuzione dei carburanti in Italia La crescita degli indipendenti

Secondo la banca dati del Mise relativa ai dati anagrafici degli impianti di distribuzione dei carburanti aggiornata al 30 giugno 2019 risulta che vi sono 22.812 distributori di carburante attivi.

L’Italia continua ad essere il paese con il maggior numero di punti vendita, le reti più importanti sono poi quella della Germania con 14,5 mila punti vendita, della Spagna e della Francia. Anche l’erogato medio nel nostro paese pari a poco più di 1.300 mc/anno è inferiore alla media europea del 40%. Il distacco è particolarmente pronunciato rispetto a quasi tutte le economie europee, come il Regno Unito che registra un erogato più di tre volte superiore, la Spagna, la Francia e la Germania.

Ciò detto, negli ultimi dieci anni il mercato petrolifero è stato interessato da numerosi cambiamenti con il rafforzamento di storiche compagnie del settore, l’abbandono di altre e l’ingresso di nuovi attori. Solo nell’ultimo anno si è registrato l’acquisizione della TotalErg da parte di Api, che a suo tempo aveva assorbito il marchio IP, diventando il primo operatore italiano per numero di punti vendita e il secondo per volumi erogati. Poi si è completato per la Esso la fase di transizione verso il “modello grossista” con la cessione degli ultimi 1.200 impianti al nuovo operatore Eg Italia che raggiungerà così a livello europeo 3.500 punti vendita e infine la Tamoil che ha acquistato dal Gruppo MOL la rete di 46 punti vendita carburanti a marchio Ies.

La crescita delle pompe bianche e della GDO (entrambi fenomeni alimentati dall’industria petrolifera) sta caratterizzando l’attuale strutturazione del mercato.

Tra il 2010 e 2017 i punti vendita colorati sono passati da 21 mila a 16.667, con una riduzione del 21%; sono diminuiti in modo più drastico gli operatori indipendenti che espongono marchi delle compagnie petrolifere (-31% in dieci anni) ma anche gli impianti delle compagnie petrolifere stesse (-17% sempre in dieci anni).

Crescono invece del 138% le pompe bianche che da 1.780 unità arrivano a oltre 4 mila.

Il 41% dei punti vendita sono stazioni di servizio e anche se in valore assoluto si sono ridotte, il loro peso non è cambiato; è diminuito invece il peso dei chioschi e punti vendita isolati passato dal 21% al 13% e quello delle stazioni di rifornimento passato dal 28 al 24%. Chiaramente in aumento il peso delle pompe bianche, in sette anni arriva al 20% dall’8% del 2010. Nell’arco degli ultimi 7 anni l’erogato medio per gasolio e benzina è diminuito del 9% passando da 1.486 mc/anno a 1.353 mc/anno, addirittura in presenza di una contrazione di punti vendita. Per il 2018 si stima una diminuzione delle consistenze dei punti vendita di circa 400 unità, con una diminuzione di quelli “colorati” e un aumento delle pompe bianche. L’erogato medio delle pompe bianche pari a circa 1.160 mc/anno, si mantiene inferiore alla rete tradizionale.

Infine, l’erogato medio sulla rete autostrade si riduce del 52% tra il 2010 e 2017, passando da 5.670 mc/anno a struttura a 2.692 mc/anno.

I consumi di benzina sp sulla rete sono in costante flessione, non solo e non tanto per ragioni legate alla crisi. Nell’intervallo 2010-2017 la benzina ha registrato un calo del 27%; il gasolio del 9%. In autostrada il calo delle vendite è del 60% per la benzine e del 54% per il gasolio. Sul segmento, come vedremo più avanti, pesano le royalties riconosciute ai concessionari autostradali. Negli anni 2017 su 2010, in termini di litri si registra una contrazione di erogato sulla rete del 14,2% a fronte di una crescita sull’extrarete del 24,5%.

Ancora più difficile la situazione in Autostrada dove le circa 430 aree di servizio vedono, per motivi diversi e concomitanti, una contrazione significativa dei propri erogati con punte del 60% nell’ultimo triennio e un’ampia parte, circa ¼, della rete in situazioni economiche di pre-fallimento. Pesano sul segmento le distorsioni concorrenziali sul fronte oil e su quello non oil, le aumentate spese di gestione per gli aspetti amministrativi, per i costi ambientali, gli oneri previdenziali e assistenziali, il costo del lavoro, ma anche creditizi e finanziari legati all’aumento dei prodotti petroliferi, in assenza di una generalizzata mancanza di contrattazione e di rinnovi di accordi con le petrolifere.

Elaborando i dati ufficiali dl Mise, è stato possibile quantificare il numero di impianti per titolare della concessione.

I risultati di questa elaborazione sono riportati nelle tabelle che seguono.

Tabella 1

Il numero di impianti per titolare al 30/6/2019

TitolareNumero di impianti
Compagnie petrolifere16.235
Agip – Eni4.375
IP (Api- Ip TotalErg)5.034
Q82.584
Esso2.500
Tamoil1.449
Repsol260
Lukoil31
Shell2
Retitalia60
Pompe bianche3.584
Società di distribuzione2.993
Totale22.812

In sostanza, dalla banca dati del Mise emerge che il 70% degli impianti è ancora legato alle compagnie petrolifere, mentre il restante 30% è quasi equamente distribuito tra piccole pompe bianche e società di medie e piccole dimensioni operanti nel settore della distribuzione dei carburanti, ciascuna delle quali ha un proprio sito internet.

Ciò detto, è unanimemente condiviso dalla letteratura di settore che circa un altro 30% della rete sia di proprietà dei privati che gestiscono impianti in convenzionamento con le grandi compagnie.

Qui di seguito compare una tabella che indica per ciascuna società di distribuzione dei carburanti il numero di impianti gestiti. Considerata la vastità della platea presa in considerazione (23.000 voci circa) la tabella potrebbe essere incompleta. E’ da rimarcare che alcuni imprenditori indipendenti importanti operano sotto le insegne delle grandi compagnie e pertanto non figurano nell’elenco qui sotto riportato.

Tabella 2

Le principali società di distribuzione carburanti al 30/6/2019

TitolareNumero di impianti
Europam236
Retitalia234
GO121
Keropetrol106
Giap94
Costantin89
San Marco Petroli83
Sp Energia siciliana79
Energas75
Vega62
Enerpetroli59
Loro59
Sia Fuel54
Oil Italia49
Ies47
Conad *42
Sommese Petroli39
Enercoop *38
Sarni Oil37
Toil35
Icm34
Eos32
Kerotris32
SicilPetroli30
Petrol Company29
Oil One28
Petrolgamma27
Aquila26
Dis – Car25
Gnp – Gruppo Nord Petroli25
Socogas25
Edra Oil24
Noaloil22
Fiamma 200021
Camer Petroleum20
Simonetti Petroli20
Af Petroli19
Auchan *19
Energyca18
Ap17
Adamo Idrocarburi17
Bertelli Carburanti15
Beneco12
Carrefour *12
Economy12
Myoil12
Benza11
Dill’s11
Italiana carburanti10
Moro10
Altri740
Totale2.993

* Appartenente alla grande distribuzione organizzata.

Al momento il sistema associativo dei retisti è rappresentato da Assopetroli Confcommercio, attiva da 50 anni nel settore, con circa 500 associati dichiarati, e da una piccola esperienza quasi decennale di Assoindipendenti. Quest’ultima pur avendo esercitato il proprio ruolo associativo nel mondo del petrolio italiano ha rappresentato più un riferimento in termini di studio ed elaborazioni che di protagonismo politico ed organizzativo.

Confesercenti nel tempo ha associato, all’interno del mondo Faib, diversi operatori proprietari di impianti, con caratteristiche e dimensioni diverse. Questi operatori rappresentano un tipo di imprenditorialità del tutto diversa, con domande associative più articolate e complesse rispetto a quelle espresse dai gestori.

Oggi possiamo stimare prudenzialmente nell’ordine di un centinaio gli operatori carburanti proprietari di impianti che gravitano intorno al mondo Faib Confesercenti, con un universo di circa 300 impianti già oggi all’interno di Confesercenti con circa mezzo miliardo di litri erogati.

Con questi numeri, e in questo contesto, nasce Confesercenti Reti Energie per la Mobilità-ASSOREM- che assume a obiettivo di raggiungere i 250 associati nel corso del 2020 per arrivare a rappresentare 600 punti vendita ed un erogato di un miliardo di litri erogati.