Il nostro manifesto

MANIFESTO

ASSOCIAZIONE ITALIA RETI ENERGIE PER LA MOBILITÀ

Premessa

Come noto, da anni il nostro settore è interessato da una rivoluzione che riguarda sia l’approvvigionamento, sia il numero di operatori che la gestione finale. L’approvvigionamento, dopo la liberalizzazione è cambiata profondamente.

Le società petrolifere che prima avevano il monopolio sia della logistica che della distribuzione diminuiscono sempre di più la loro quota di mercato. Il numero delle compagnie si è ridotto fortemente in questi ultimi anni attraverso cessioni a privati o fusioni che di fatto riducono a quattro il numero delle compagnie petrolifere.

Al tempo stesso la filiera fino al consumatore finale si è accorciata a scapito degli operatori indipendenti che vedono ridursi sempre di più la propria influenza su prezzo e attività.

Quando parliamo di operatori petroliferi indipendenti associati ci riferiamo a tutti coloro che possiedono uno o più impianti di proprietà, convenzionati in varie forme con società petrolifere o reti bianche con o senza gestore.

Infine, la proliferazione di marchi “bianchi” e il fenomeno dell’illegalità che, a volte purtroppo, vanno a braccetto, destabilizzano le attività degli operatori onesti che faticano a restare sul mercato. Se ci riescono, lo fanno con risultati economici non soddisfacenti.

In tutta questa rivoluzione cosa fanno le Istituzioni, il Governo, le Associazioni, i rappresentanti degli imprenditori privati della distribuzione carburanti? Ci sembra abbastanza poco o nulla e quel poco risulta ancorato a posizioni primitive!

Cambiamenti di scenari e protagonisti

La Distribuzione carburanti è in una prolungata fase di grande trasformazione.

Sono in profondo mutamento gli scenari e gli attori di riferimento in un mercato nel quale globalizzazione e crisi economica hanno fortemente segnato l’evoluzione della struttura del settore che era rimasta sostanzialmente ingessata fino al 2008.

La rete ha perso oltre il 30% dei volumi sulla viabilità ordinaria e quasi il 65% sulla viabilità autostradale dall’inizio della crisi, mentre il prezzo industriale italiano è il più contenuto d’Europa, al netto del peso delle accise, dell’Iva e delle sovrattasse regionali.

Gli scenari parlano di un futuro dell’energia fortemente vocato alle rinnovabili, all’elettrico, all’ibridazione dei motori, al metano, al GPL, all’idrogeno…quello che appare certo è che vi sarà una pluralità di fonti che metterà in discussione il primato del petrolio e, dunque, di gasolio e benzina, che hanno dominato la mobilità dagli inizi della motorizzazione di massa ai nostri giorni.

Si potrebbe polemizzare sulle metodologie di finanziamento pubblico per centinaia di miliardi delle energie alternative, del pesante fardello caricato sulla comunità nazionale tramite le bollette elettriche per sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili. Sta di fatto che il dibattito pubblico attuale ha sottaciuto la complessità e la tempistica insita nei processi di transizione relegando il settore petrolifero alla marginalità di un settore ritenuto maturo, senza considerare gli sviluppi della ricerca nel capo della mobilità e la lunga transizione comunque necessaria. In

Diverse fonti tuttavia concordano che il petrolio continuerà ad essere la fonte primaria energetica per i prossimi 30 anni. Si apre dunque una fase di transizione verso la quale il nostro mondo di operatori indipendenti deve guardare con attenzione, cogliendo i cambiamenti e attrezzandosi alle nuove sfide per essere ancora protagonisti della mobilità degli italiani.

La crisi economica ha generato una frantumazione del mercato con una diminuzione del peso dei grandi attori del passato, delle grandi compagnie che non hanno retto all’onda della nuova competizione sui prezzi, della concorrenza sui processi di efficientizzazione, all’aumentata capacità di offerta di prodotti petroliferi.

Oggi il mercato è costituito da 4 compagnie intese in senso classico, Eni, Italiana Petroli, Q8 e Tamoil, pur con molte differenze tra loro, una miriade di piccoli operatori indipendenti, che trovano nelle pieghe della crisi le compatibilità utili a sviluppare una propria autonoma presenza pro-concorrenziale, e circa 150 loghi autonomi di distribuzione fuel.

Strutturare il nuovo mercato petrolifero

Si tratta di un mercato che se da un lato va verso la dispersione del valore industriale dall’altro apre notevoli spazi di mercato. Il punto è che questi spazi non possono essere ulteriormente polverizzati ma necessitano di politiche ed azioni che possano permettere la conservazione della cultura industriale petrolifera del nostro paese, stimolando gli operatori indipendenti più strutturati.

Il vuoto lasciato dalle compagnie che abbandonano il mercato italiano, per mettere in sicurezza il paese deve trovare una capacità di intervento e di sintesi in politiche di forte presidio delle regole del settore, che vanno riscritte in molte parti per affermare la legalità: dall’approvvigionamento alla logistica alla distribuzione alla qualità del prodotto. Questo per evitare che chi non ha una cultura industriale del settore possa immaginare di fare scorribande speculative finalizzate solo a far cassa.

Il settore dell’imprenditoria privata nella distribuzione carburanti ha una tradizione solida, con Aziende che hanno decenni di attività e un Know how riconosciuto: ad esse bisogna guardare per affermare e condividere un quadro di regole che più ancora che in passato è essenziale per lo sviluppo.

Questo mentre è chiaro che la politica attuale non ha una visione compiuta del futuro energetico del paese e si limita a mettere insieme pezzi parziali di segmenti energetici, mentre il Governo guarda al settore solo per il forte interesse derivante dalle entrate fiscali (si pensi che l’incidenza media sul prezzo finale delle imposte è stata dal 1960 al 2016 del 68 % sulla benzina e del 54 % sul gasolio). In questo vuoto un ruolo di supplenza lo ha svolto l’Antitrust, con un evidente- e inevitabile- asimmetria di intervento limitato al campo della concorrenza tra soggetti e non anche al pieno rispetto di regole e norme. L’assenza della politica e del Governo sul rispetto della legislazione di settore ha permesso la destrutturazione del settore, la crisi industriale e la chiusura delle raffinerie, la fuga delle multinazionali che hanno abbandonato il mercato italiano senza un adeguata sostituzione imprenditoriale, sfociata in un sistema di illegalità diffusa in cui si sono infilati- prosperando- operatori improvvisati, dai tratti impresentabili e apertamente legati a gruppi malavitosi.

Questo nuoce gravemente a quella parte d’imprenditoria indipendente che ha sempre rispettato le regole ed oggi, cadute le grandi compagnie, con poche eccezioni, sono i soggetti fortemente minacciati.

L’ Illegalità prospera nel coacervo di burocrazia ed eccesso di fiscalità. Operare per la semplificazione delle regole e la facilitazione dei controlli risponde ad una necessità di moralizzazione della competizione e della concorrenza.

Dall’altra parte bisogna contrastare la prassi dell’aggiramento delle normative di affidamenti delle gestioni: rischia di diventare una Caporetto per la piccola e media imprenditoria di settore che deve invece valorizzare i propri asset. La violazione delle norme che presidiano gli affidamenti ai gestori porterà il settore al depauperamento dei propri impianti, che sono gli elementi di valore di base delle nostre imprese. Dequalificazione, decadenza dei valori imprenditoriali, svalutazione industriale e immobiliare sono dietro l’angolo se non si inverte la tendenza.

Si ritiene- oggi più che mai- che occorra lavorare ad un sistema di relazioni industriali improntato al rispetto delle regole con l’obiettivo di trovare nuovi strumenti giuridici dati dalla legge, come la tipizzazione di nuovi contratti di gestione più flessibili ed equilibrati.

La nostra proposta

La Confesercenti, tra le più importanti associazioni nazionale di imprese nel settore del commercio e del turismo, si è posta questo problema e ha deciso, insieme ad un gruppo ristretto di operatori nel nord, centro e sud Italia di costituire un raggruppamento di imprese nel settore dell’energia, Associazione Italia Reti Energie per la mobilità, con lo scopo di rendere veramente un servizio agli operatori del settore.

Per fare questo occorre pensare ad un sistema di socializzazione delle esperienze e di messa in rete di obiettivi comuni. Per questo abbiamo lanciato il tesseramento speciale a Confesercenti -Associazione Italia Reti Energie. L’approccio è molto imprenditoriale e si pone l’obiettivo di rendere agli operatori idee e organizzazioni aderenti alle nuove realtà.

Di seguito un elenco di attività che il raggruppamento- sotto forma di centro servizi e assistenza- intende svolgere in ordine di priorità:

  1. Condivisione delle regole e rispetto della normativa di settore, in tutte le sue varie articolazioni come presupposto di una sana e corretta competizione/concorrenza tra i soggetti del mercato;
  2. Trasparenza del mercato di approvvigionamento;
  3. Contrasto all’illegalità e moralizzazione del settore;
  4. Ristrutturazione della rete e stimolazione all’ innovazione e all’ammodernamento della distribuzione carburanti;
  5. Formazione per gli associati sulla legislazione nazionale e regionale relativa alla rete carburanti (direttiva Dafi, anagrafe carburanti, normativa fiscale per l’importazione di prodotti petroliferi, norme per il Gas Naturale Liquido, GNL o GNC, selfizzazione del metano e GPL, rifornimento di veicoli elettrici);
  6. Informazione dedicata e Rassegna stampa giornaliera a beneficio degli associati; news sul mercato petrolifero e le condizioni di approvvigionamento;
  7. Monitoraggio e discussione delle tendenze attuali e prossime del mercato, sia in merito ai nuovi prodotti che alle novità legislative tese a combattere l’illegalità ed a cambiare per legge il mix dei prodotti da offrire sul distributore (Normativa DAFI). In particolare, si pone attenzione sulle opportunità e problematiche per gli associati derivanti dall’introduzione in essere dell’alimentazione elettrica e del GNL ed in prospettiva a medio termine anche dell’idrogeno.

Sul fronte dei servizi si propone:

  1. Istituzione di un servizio assistenza e consulenza tecnica ed amministrativa agli imprenditori associati;
  2. Promuovere accordi con altre categorie della distribuzione petrolifera come autolavaggi, ristorazione, servizi;
  3. Condizioni associative particolari per chi aderisce, oltre che alla Faib, anche al raggruppamento, per finanziare le attività dello stesso;
  4. Ogni possibile supporto e raccordo con le iniziative di Confesercenti e il suo sistema di convenzioni/strumenti di servizio;
  5. Istituzione con il sistema bancario di una “carta fedeltà” con affidamenti ai clienti dello stesso genere di quelle petrolifere a beneficio di tutti i PV bianchi;
  6. Creare un gruppo di acquisto al fine di scaricare navi a prezzi competitivi a beneficio dei PV; creare una propria filiera di approvvigionamento e logistica basata su approvvigionamenti competitivi e rapporti paritetici con gli altri operatori della distribuzione, Compagnie incluse;
  7. Formazione degli associati sulle nuove tematiche ed organizzazione di momenti associativi di promozione della nuova organizzazione e delle sue proposte;
  8. Tesseramento speciale

Il tesseramento avviene tramite il nazionale utilizzando la causale Associazione Italia Reti Energie per la mobilità.